I rifiuti di San Ferdinando di Puglia sul National Geographic

Rifiuti abbandonati nella Terra dei rifiuti e dei roghi sul National Geographic.

Una mia fotografia di San Ferdinando di Puglia è stata pubblicata su National Geographic. Una notizia che, a prima vista, potrebbe far esultare chiunque, soprattutto i cittadini di una piccola città del Sud Italia. Ma non è questo il caso.

Non si tratta di un reportage sulla qualità dei prodotti ortofrutticoli sanferdinandesi o sulla bellezza della città.

Il National Geographic ha scritto di noi per la nostra vera eccellenza, per la quale ci distinguiamo: l’abbandono incontrollato dei rifiuti e gli incendi tossici che ne derivano.

L’immagine scelta dal National Geographic ritrae una piazzola di sosta della SS 16, invasa da sacchetti di rifiuti abbandonati.

Una scena ormai familiare. È il paesaggio in cui viviamo, che respiriamo quotidianamente, che attraversiamo e, per vecchia abitudine, fingiamo di non vedere.

Sono i cumuli di rifiuti osservati con ribrezzo dai vacanzieri provenienti dal Nord Italia e dai Paesi europei, come se attraversassero una landa abitata da cavernicoli.

Tra pochi giorni si aprirà la Fiera Nazionale del Carciofo, un’occasione per lodare la qualità dei prodotti ortofrutticoli sanferdinandesi.

Eppure, l’unica eccellenza davvero indiscutibile, quella che ci distingue in negativo e oggi ci porta sui media internazionali, è la spazzatura.

Bob Dylan, Premio Nobel per la Letteratura, cantava “Dove abita la dignità?”. Guardando le decine di migliaia di foto di rifiuti abbandonati e di roghi che ho scattato negli ultimi vent’anni, mi chiedo dove sia finita la dignità dei sanferdinandesi.

Finché non risponderemo a questa domanda, resteremo quello che siamo sempre stati, sin dalla fondazione della città (1): una discarica a cielo aperto dove la spazzatura disseminata ovunque non è solo un problema ambientale, ma d’identità collettiva.

Nota

1. D. Cardellicchio, “Cenni storici di S. Ferdinando di Puglia”, 1846. “La carenza di acqua nelle abitazioni, l'assoluta mancanza di igiene nei pagliai (dove il modo di vivere era un’offesa all'igiene e ai giusti diritti della civiltà), le strade sempre coperte da immondizie e letame. […] Le immondizie venivano buttate fuori dall’uscio nelle strade, in cui era sconosciuto ogni sistema di pulizia”.

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