Carnevale alla sanferdinandese: in mimetica militare per la pace

È successo l’8 febbraio 2024 a San Ferdinando di Puglia e, da pacifista, obiettore di coscienza al servizio militare e amico della nonviolenza, ho dovuto esercitare una buona dose di self-control prima di scrivere queste righe, perché il grave episodio che andrò a descrivere riguarda non solo il tema della guerra e della pace, ma coinvolge anche dei minorenni di una scuola primaria locale. Ed è per questo che ho deciso di autocensurarmi e di non allegare a questo post nessuna foto, in segno di riguardo per queste giovani persone.

Premetto che nutro profondo rispetto per il ruolo educativo svolto dal corpo insegnante coinvolto nel grave episodio; ma la verità, alla luce della nonviolenza, per quanto scomoda, va detta, anche a costo di turbare qualcuno.

San Ferdinando di Puglia è la città delle anomalie, che spesso la fanno rilucere in negativo anche nelle cronache nazionali. L’episodio che andrò a raccontare ne è una triste conferma.

Nel corso del “Carnevale Ofantino alla Sanferdinandese”, alcuni alunni e le loro docenti hanno manifestato per la Pace nella Villa comunale. Nelle foto pubblicate sul canale social del “Carnevale Ofantino” si vedono alcune docenti e numerosi bambini che indossano mimetiche militari, mentre alcuni bambini imbracciano fucili e mitragliatori giocattolo con ornamenti floreali. La manifestazione era pensata per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla pace in Ucraina. Peccato che l’altrettanto drammatica guerra che sta annientando la popolazione di Gaza sia stata dimenticata per strada.

Resto basito nell’osservare la scritta “No Waraccanto a decine di mimetiche da soldato indossate anche dai bambini. Immagini con elementi inconciliabili che feriscono lo sguardo di chi osserva le foto con un minimo di spirito critico e cultura della Pace.

In tutta la mia esperienza quarantennale di pacifista, obiettore di coscienza al servizio militare, scrittore di libri sulla pace e sulla nonviolenza, da frequentatore e organizzatore di manifestazioni e marce per la Pace, non ho mai visto nulla di simile a quanto rappresentato, credo ingenuamente, a San Ferdinando di Puglia.

Se chi ha ideato e organizzato tutto questo avesse interrogato qualunque motore di ricerca del World Wide Web sull’argomento digitando “Manifestazione per la pace”, avrebbe appreso — guardando anche centinaia di immagini — che non c’è mai stata al mondo una manifestazione per la Pace, organizzata da civili, con la presenza di una sola persona in mimetica da soldato! E il motivo c’è, è importante e non trascurabile.

Due rapidi esempi tratti dalla storia della fotografia.

Nella foto del celebre fotografo Marc Riboud, una giovane donna pacifista, sfida i soldati schierati con fucili e baionette con un fiore tra le mani. Non c’è nessuna ambivalenza o possibilità di errate interpretazioni: i soldati da una parte e i civili dimostranti dall’altra. (1) È una foto simbolo del pacifismo.

In un’altra foto celeberrima di Stuart Franklin, quella dello studente di piazza Tienanmen (2) ancora una volta non c’è traccia di equivoco possibile: da una parte la colonna di carri armati della repressione del governo cinese, dall’altra un giovane manifestante in camicia bianca e pantaloni neri, con in mano una borsa e due buste della spesa, The Tank Man, il rivoltoso sconosciuto.

La mimetica dei soldati evoca un paradigma, quello militare, che è quanto di più distante dalla ricerca della pace possa concepire la mente umana.

I nativi di un pianeta surriscaldato andrebbero educati, invece, ad acquisire una forma mentis diversa da quella dei loro padri. Andrebbe loro mostrata la follia di un’umanità che continua a perseverare nella sua opera di autodistruzione destinando ogni anno 1,8 bilioni di dollari per le spese militari, risorse che andrebbero investite per la protezione della vita sulla Terra e per la lotta alla crisi climatica.

Chi veste la mimetica molto difficilmente contesterà la grande ingiustizia climatica consumata dal mondo militare a danno dell’intera umanità, che ci condurrà verso una catastrofe di proporzioni inimmaginabili.

Ricordo agli organizzatori della manifestazione che l’uso di simboli così carichi di significati negativi, vanno utilizzati con la massima attenzione, soprattutto quando i destinatari del messaggio sono i bambini. L’imperativo è di non creare confusione nelle loro giovani menti. La violenza diretta di tipo militare va descritta con precisione nelle sue drammatiche conseguenze e l’uso delle armi va delegittimato, durante le lezioni scolastiche e le manifestazioni esterne (in abiti civili e senza mimetiche militari).

Contemporaneamente, andrebbero sviluppate nei ragazzi le idee relative all’abolizione della guerra e alla pace positiva, le competenze non militari per la difesa del Paese e il mantenimento della pace con la Difesa Popolare Nonviolenta.

L’orizzonte ambizioso che va prospettato alle loro giovani menti è che la guerra come istituzione può essere abolita, come è già successo storicamente per la schiavitù e il colonialismo.

Vestire la mimetica crea nei bambini solo una gran confusione che ostacola la comprensione delle idee relative alla pace positiva e rende impossibile educare la “generazione delle soluzioni” ad affrontare temi complessi e sfaccettati come la pace e la nonviolenza, l’ecologia o i cambiamenti climatici.

La scuola, in teoria, sarebbe un luogo prezioso dove edificare il futuro di una città e di un Paese. Temi come quello della pace, della guerra andrebbero affrontati con grande cautela e rispetto, evitando con cura l’approccio anomalo alla “sanferdinandese”.

NOTE

  1. https://www.oexplorador.com.br/marc-riboud/

  2. https://www.esquire.com/it/news/attualita/a27750941/piazza-tienanmen-foto-carro-armato-uomo/

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