Lettera aperta alla Sindaca Camporeale sulla promessa di una “foresta urbana” a San Ferdinando di Puglia

Egregia Sindaca Camporeale, le scrivo questa lettera aperta in veste di Ambasciatore europeo del Patto per il Clima.

Sono trascorsi 14 mesi dalla sua elezione, ma non v’è quasi traccia della volontà di onorare gli ambiziosi impegni presi con i cittadini da “Città futura” in campo climatico.

Le scrivo mentre San Ferdinando di Puglia è resa bollente da un’intensa e persistente ondata di calore, con temperature di 42C. Ma questo è solo l’inizio. Con l’aggravarsi della crisi climatica le ondate di calore brutali saranno sempre più frequenti, mettendo in pericolo la vita delle persone e i loro mezzi di sussistenza.

La scienza del clima e l’ultimo Rapporto dell’IPCC di marzo 2023 ammoniscono i politici — dai sindaci ai premier nazionali — che la finestra temporale di opportunità per garantire un futuro vivibile per tutti si sta chiudendo rapidamente e drammaticamente.

Dopo la sua elezione, lei sembra aver dimenticato le urgenze storiche legate alle questioni climatiche. La sua volontà, manifestata in campagna elettorale, di andare molto al di là della politica climatica regressiva del quinquennio puttilliano, sembra essersi spenta.

Nel suo programma elettorale, votato dai cittadini, c’era l’intenzione di “piantare come obiettivo finale 14mila alberi, una vera foresta urbana, integrata all’esistente, 1709 alberi pubblici”. (1)

Dopo le elezioni, nelle Linee Programmatiche di Governo, l’obiettivo veniva confermato: “Abbiamo l'obiettivo finale di realizzare una vera foresta urbana”. Il progetto avrebbe avuto il duplice vantaggio di contribuire a contrastare il surriscaldamento climatico, attraverso il sequestro di CO2, e migliorare la qualità della vita dei cittadini, creando spazi verdi rigogliosi e salubri.

Tuttavia, nonostante l'entusiasmo iniziale e la fiducia riposta dai cittadini nella nuova Amministrazione, sembra che la volontà politica di onorare gli impegni presi con gli elettori e di attuare il piano sia venuta meno.

Dopo 14 mesi dalle elezioni, la sua Amministrazione ha mancato la prima stagione di piantumazione invernale di centinaia di alberi, riducendosi a piantare solo 12 palme (Cocos Plumosa), mentre la realizzazione di una "vera foresta urbana" rimane, al momento, solo una promessa vacua.

E che dire, poi, della scelta infelice di piantare delle palme? Per sequestrare la maggior quantità possibile di CO2 e di inquinamento atmosferico, offrendo una grande superficie ombreggiata, non andavano piantumate delle palme, ma alberi d’alto fusto e con chioma espansa come, ad esempio, il Bagolaro (Celtis australis), un albero molto rustico, adatto all’ambiente urbano, che non danneggia i marciapiedi e il manto stradale, in quanto è dotato di un apparato radicale profondo. Il Bagolaro, oltre ad essere resistente al clima caldo e secco delle città del Sud Italia, manifesta un’attitudine alta a trattenere gli inquinanti gassosi e le polveri sottili e un’ottima capacità di mitigazione del caldo estivo. Un singolo Bagolaro in vent’anni è capace di catturare 2,8 tonnellate di CO2.

A questo punto le chiedo: come intende realizzare una “foresta urbana” di 14 mila alberi nei rimanenti quattro anni?

In questi giorni, ho censito gli spazi vuoti nelle aree adibite a verde pubblico. In presenza di volontà politica, sarebbe possibile piantare 210 alberi d’alto fusto nei luoghi elencati di seguito:

  • Piazza mons. Lopez: 5 alberi

  • Area Mercatale: 8 alberi

  • Piazza Maria Cristina di Savoia: 11 alberi

  • Centro Servizi zona PIP: 73 alberi

  • Piazza Mons Lopez: 2 alberi

  • Via Ofanto: 5 alberi

  • Via Piantata: 4 alberi

  • Via Lariano: 21 alberi

  • Via Togliatti: 53 alberi

  • Piazza Giovanni Paolo II: 2 alberi

  • Via Barletta: 18 alberi

  • Piscina comunale: 8 alberi

Il Parco delle Miniere è un’altra area che potrebbe essere oggetto di un’ampia opera di riqualificazione verde, con una piantumazione diffusa, sostenuta da un efficiente impianto di irrigazione. Secondo un calcolo spannometrico, al Parco delle Miniere si possono piantare 97 alberi d’alto fusto, tra le specie che ben si adattano al nostro clima caldo e siccitoso.

Ora, il calcolo totale degli alberi da piantare sale a 307, a cui sommiamo i 1721 alberi già presenti nelle aree verdi della città, per un totale di 2.028 alberi. All’obiettivo dichiarato nel suo Programma politico e nelle Linee programmatiche e di Governo mancherebbero ancora 11.972 alberi. Ma qui entriamo nell’ambito della fantascienza politica, perché lo spazio per questi nuovi alberi andrebbe sottratto al cemento urbano e agli spazi occupati attualmente dalle automobili. Altri comuni europei ed italiani si stanno muovendo rapidamente e con successo in questa direzione.

Un proverbio cinese suggerisce che “il momento migliore per piantare un albero era vent’anni fa, il secondo momento migliore è adesso”.  Ma c’è questa volontà politica nell’attuale Amministrazione?

Sindaca, non deluda ancora i cittadini. E soprattutto non si sottragga, ancora una volta, al confronto e al dialogo sui problemi climatici.

Matteo Della Torre

Note

  1. Dal programma elettorale di “Città Futura”.

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