In Olanda, il folklore ha dipinto il Kabouter, una specie di gnomo con lunga barba e cappello rosso a punta che appare di notte per compiere BUONE AZIONI. Ad Amsterdam, una generazione cresciuta ascoltando le storie edificanti sul Kabouter nella seconda metà degli anni ’60 ha fondato il movimento politico “Kabouter” per chiedere la fine del dominio delle automobili e il miglioramento della qualità di vita della città, con la creazione di una rete diffusa di piste ciclabili, sicure, comode e belle.
Recentemente sono stato in alcuni Parsi del Nord Europa per documentarne dettagliatamente le politiche, gli usi e gli stili di vita green. Ho fatto quello che avrebbero dovuto fare gli amministratori di San Ferdinando di Puglia all’inizio del loro mandato. Così, tanto per allargare un po’ il loro orizzonte mentale ristretto.
Abbiamo bisogno di una città diversa e sostenibile per tutti che dia spazio alle persone, non alle macchine.
Abbiamo bisogno di mobilità sostenibile e ne abbiamo bisogno adesso, prima che l’aria diventi ancor più irrespirabile.
Dopo lo sciopero della scuola per il clima #FridaysForFuture, ispirato dall’esempio dell’attivista svedese Greta Thunberg, e l’imponente disobbedienza civile organizzata dal movimento ambientalista Extinction Rebellion, che ha paralizzato per settimane il centro di Londra, il problema dei cambiamenti climatici è stato posto al centro dell’agenda politica inglese.
Lasciano l’auto a casa e si muovono a piedi, in bici, in metro o con il car sharing elettrico: ecco i nostri eroi – a volte inconsapevoli- della #UrbanRevolution e le espressioni che hanno fatto quando li abbiamo ringraziati.
Guardandosi intorno con un minimo di attenzione si può notare in via Massimo D’Azeglio la presenza di un campo di calcetto nuovo lasciato perennemente chiuso e inutilizzabile liberamente dai cittadini. A dieci metri da questo campo c’è il Parco comunale “Giuseppe Di Vittorio”, dove i nostri concittadini minorenni sono lasciati allo sbando dal mondo adulto, pieni di energie represse, canalizzate in comportamenti negativi e incivili, fino all’estremo del vandalismo. Per chi attribuisce allo sport poteri taumaturgici preventivi e curativi per ogni forma di devianza (vedi programma amministrativo di Indietro tutta), lasciare chiuso quel campo rappresenta una contraddizione himalayana.
Permettetemi di condividere con voi un mio sogno ricorrente, di quelli che si fanno ad occhi aperti, nel quale ho la fortuna di abitare in un Comune italiano ecosostenibile, che non si fa mancare nulla. Una città che è andata al di là delle convinzioni, delle consuetudini consolidate e ha operato il salto dal passato al futuro, ben ancorata ad un’idea precisa: il bene comune si costruisce nel presente cambiando lo stile di vita individuale dei cittadini, insieme ai modelli sociali e adottando uno stile amministrativo inclusivo che favorisca la partecipazione e le decisioni condivise.
Chi sceglie di spostarsi in bicicletta anziché in automobile per ogni chilometro percorso evita di immettere 453 grammi di CO2 in atmosfera. Uno dei modi per ridurre il carbon footprint, l’impronta di carbonio degli abitanti di una città, è il bike sharing.
La politica di moderazione del traffico offre un’occasione insostituibile per rinaturare le strade urbane e costruire nuove aree verdi pubbliche nello spazio tra gli edifici disponendo grandi vasi con alberi in quartieri con strade prive di verde.
Con questo atto Malles, è diventata la prima città in Europa senza pesticidi. Una svolta epocale per una valle famosa per la produzione di mele che potrebbe portare alla produzione di mele 100% biologiche su tutto il territorio di Malles.
Gotham Greens indica con chiarezza il futuro dell’agricoltura urbana. La direzione è ormai chiara. L’agricoltura commerciale può promuovere l’autosufficienza alimentare delle città sfruttando gli spazi urbani inutilizzati, come i tetti degli edifici, per produrre ortaggi ad impatto zero.
Il rinverdimento della città non è solo orizzontale. La vera sfida è quella dei giardini verticali posizionati sulle pareti degli edifici. Ecco alcuni esempi di vertical garden.
Una comunità urbana che dipende dall’esterno per assicurarsi l’approvvigionamento del cibo di cui ha bisogno è vulnerabile. Il conseguimento della moderna autosufficienza alimentare (self-sufficiency) dovrebbe essere uno degli obiettivi di una comunità smart e resiliente.
Il verde pubblico di cui sono dotate le città italiane è insufficiente. Gli agglomerati cementizi invasi dalle automobili, che oggi chiamiamo città, vanno ripensati e riqualificati con l’aggiunta di alberi ed elementi naturali.